Quando lei vuole monopolizzare il vostro tempo
I problemi di coppia, affrontati nell'interesse dell'uomo – Caso studio n.1
“Ci frequentiamo da tre mesi e ci vediamo in media un paio di volte a settimana. Di più non riesco, anche perché voglio allenarmi in palestra, vedere i miei amici, a volte semplicemente farmi i fatti miei. La cosa a lei non sta bene, insiste per vedermi più spesso e quando non accetto prende a farmi storie. È un dramma ogni volta.”
Si tratta di una storia di qualche anno fa ormai, ma la racconterò comunque al presente per semplicità.
A scrivere è un ragazzo di vent'anni. Già questo mi suscita un paio di considerazioni che però lascerò alla fine dell'articolo. Lei è sua coetanea e sembra aver imparato precocemente a rompere i coglioni come una casalinga attempata. Non oso immaginare quanto sarà pesante quando un giorno comincerà a sentire il desiderio di nidificare, ma conto sul fatto che per quel momento lui l'avrà messa in riga o, meglio ancora, sarà scappato da un pezzo.
Che mi abbia chiesto qualche dritta, per intanto, è un buon segno che non intende accettare passivamente la situazione. Sono solo un pirla su Internet, ma qualche volta tiro fuori dei consigli utili, o almeno mi piace pensarlo. Alla domanda di maggiori delucidazioni sulla natura del “dramma” che lei scatena ogni volta che lui dice di avere altri impegni, questa è la sua risposta.
“Insiste per sapere di che si tratta, che ancora ancora ci sta. Poi non è che dica espressamente di no, di solito dice “va bene va bene” e si aspetta che io ceda. Quando non lo faccio diventa fredda fino al giorno dopo, magari smette di rispondermi, poi comincia a farla pesare dicendo cose come “non ti importa di me, hai sempre tempo per gli amici e per fare questo e quello e mai tempo per me” eccetera, tirando fuori il discorso all'improvviso in momenti random. Mi fa sentire in colpa e a volte sembra un ricatto emotivo.”
Lo sembra perché lo è, ma la cosa non deve creare scandalo. Chi non riesce a ottenere ciò che vuole dagli altri semplicemente chiedendoglielo può tentare due ulteriori strade: quella della coercizione fisica o quella della manipolazione. La prima non è mai stata fattibile per le donne, e questo le ha rese delle veterane nella seconda.
Sulle tattiche manipolatorie femminili più in voga avevo già scritto un articolo, del quale trovo opportuno ribadire un concetto: manipolare non è, in sé, un atto maligno. Ogni cosa che facciamo allo scopo di influenzare il comportamento di un'altra persona è, a tutti gli effetti, una manipolazione: anche sorridere e chiedere per favore, anche argomentare razionalmente.
Siamo soliti dare una connotazione negativa a quelle più esplicite e non considerare nemmeno tali quelle più implicite o socialmente accettate, ma a mio giudizio una miglior discriminante per dire se una manipolazione sia “buona” o “cattiva” è un'altra: cui prodest? Portata a compimento, andrebbe a beneficio di ambo le parti o solo della persona che sta manipolando, a discapito di quella manipolata?
Lascio a voi di dirmi dove penda il caso in questione, come di speculare su quale o quali delle cinque tattiche che ho descritto nell'articolo citato stia venendo usata. Intanto porto la vostra attenzione su un dettaglio che vorrei notaste: lei non gli fa aperta opposizione sul momento. Spera che lui ceda e, quando non succede, glie la fa pesare tenendo il broncio. Qualsiasi accusa diretta la muove a posteriori.
Perché ciò? Perché dirgli esplicitamente “stasera non voglio che tu veda i tuoi amici, devi stare con me” non solo la esporrebbe alla possibilità di un rifiuto secco: le toglierebbe anche quella di negare in modo plausibile nel momento in cui lui rispondesse accusandola di essere troppo possessiva. Più facile, per proteggersi da ambo le evenienze, far finta, neppure troppo bene, di essere accondiscendente lì per lì e poi tirar fuori la cosa quando le inevitabili implicazioni di ciò che vuole possono essere meglio offuscate. Nel caso peggiore, basta un “ma io non ho mai detto che tu non debba vedere i tuoi amici” e l'autoassoluzione è servita.
Ribadisco, la cosa non deve creare scandalo. Queste sono semplicemente le regole del gioco. Potete trovare una donna che vi permetta di restare in panchina oppure imparare a giocare.
Per imparare a giocare, il primo passo è capire che non siete i babysitter delle sue emozioni. Diventa fredda e tiene il broncio perché non l'avete accontentata? Pazienza, le passerà. Smette di rispondervi? Beh, perché la state cercando, tanto per cominciare? Siete legittimati a decidere le vostre priorità, ma almeno siate sicuri della decisione che prendete: se è quella di passare la serata a fare altro, starle dietro al telefono nel frattempo è sintomo di tentennamento. Ed è proprio a quello che lei si può attaccare per farla pesare.
Il ricatto emotivo funziona solo quando ci sono delle emozioni negative coinvolte. Ma se siete sicuri di non star facendo nulla di sbagliato, non dovreste sentirvi in colpa. A meno che, appunto, non siate succubi del paradigma per cui è una colpa seguire il vostro interesse se una donna a cui non dovete niente ci resta male. Ho parlato di recente dei motivi ancestrali di questo paradigma e di quanto è difficile toglierselo dalla testa, ma vi assicuro che, quando ci riuscirete, il vostro primo pensiero appena una sciacquina che conoscete da tre mesi vi dice “hai sempre tempo per i tuoi amici, non ti importa di me” sarà un sano e liberatorio “ma non mi rompere i coglioni”.
Certo, ci sono modi più diplomatici ed efficaci per rispondere. Esempi ne ho dati diversi sia nell'articolo di cui poco sopra che in quello, più vecchio, su come evitare le discussioni inutili con la fidanzata, nel quale ho spiegato a fondo come funzionano questi giochi di dominanza e sottomissione che caratterizzano ogni rapporto di coppia.
Li chiamo giochi di dominanza e sottomissione perché questo sono, comunque si voglia edulcorarli. E no, non finiscono quando trovate “la persona giusta”, perché anche la persona giusta per voi continuerà inconsciamente a testare se siete quella giusta per lei. Una donna che vi pressa con le sue richieste in genere sta facendo questo, e darle ciò che vuole è la mossa peggiore che possiate fare per smarcarvi, perché andrà a minare quel di cui più ha bisogno per sentirsi al sicuro in una relazione: un uomo dominante, che sia più forte di lei e in grado di tollerare la sua risposta emotiva senza piegarsi.
“Un uomo che sappia tenermi testa” dirà qualcuna, raccontandosela in un linguaggio più consono a questi bizzarri tempi in cui “grassa” si dice “curvy”, perché chiamare le cose col loro nome ci offende.
Il concetto non cambia: quando saprà di avere il controllo sulle vostre decisioni, sarà contenta giusto per un attimo prima di cominciare a disprezzarvi. “Dargliela vinta” ci può stare quando si tratta di decidere il film da andare a vedere al cinema o, più avanti, il colore della parete del soggiorno; non questioni concernenti l'impostazione della relazione, come il tempo che dovreste togliere a passioni e amici per dedicarlo a lei. Cedete su cose così importanti per farla contenta e sarà l'inizio del conto alla rovescia per il giorno in cui vi accorgerete di esservi costruiti una vita che non avreste mai voluto, voi, e di non avere più alcun rispetto per l'uomo senza spina dorsale che si è trascinata dietro, lei.
Sto dicendo delle banalità risapute per qualcuno, me ne rendo conto, ma vi stupireste di quanti uomini invecchiano in silenziosa disperazione perché non volevano sposarsi e lo hanno fatto per lei, non volevano figli e li hanno fatti per lei, non volevano niente di tutto ciò che le hanno dato e lei non è comunque contenta. Se non volete fare la stessa fine, non può essere lei il punto d'origine delle vostre decisioni.
Significa che non dovreste mai togliere tempo agli amici o ad altre cose importanti per una fidanzata? Che non dovreste mai sacrificare il vostro desiderio per il suo, onde evitare di rimpiangerlo? No, non serve che siate così drastici. Serve che prima di ogni decisione in tal senso vi poniate una semplice domanda: come si concilia la scelta di accontentare lei col piano che avete per la vostra vita? Perché un piano dovete avercelo, ragazzi. Se della vita non sapete che fare, il problema è ben più grosso di una tipa che vi rompe i coglioni.
Non è necessario sia un piano chissà quanto ambizioso, purché sia chiaro. Prendiamo il protagonista della vicenda: vuole essere in forma e avere un circolo sociale attivo; questo è il suo piano. Per soddisfarlo, deve allenarsi e deve dedicare tempo alle amicizie; qualsiasi aspirante fidanzata, finché non diventerà parte integrante del piano, se e quando entrambi lo vorranno, dovrà accontentarsi dei ritagli di tempo. Fine, non c'è molto da girarci intorno. È ragionando così che si impara a mettere dei paletti razionali anziché dettati dal capriccio del momento e a prendere decisioni oculate nei confronti del proprio futuro.
E qui farò le considerazioni che ho annunciato all'inizio dell'articolo su due particolari che non vorrei passassero in sordina: il ragazzo di cui stiamo parlando ha vent'anni, e si sta crucciando così per una ragazza che frequenta da tre mesi, che vorrebbe averlo solo per sé tre volte a settimana; praticamente un giorno sì e uno no.
Ritenersi “assieme” a qualcuno e aspettarsi certi investimenti di tempo da parte sua – da cui peraltro inevitabilmente consegue l'esclusività della frequentazione – dopo tre mesi che lo si conosce non è sintomo di “serietà”, ma di fretta, mancanza di opzioni o, in questo caso, chiara immaturità. Una persona che già così presto comincia a fare discorsi sulla linea di “non ti importa abbastanza di me”, pretendendo di essere una priorità prima di aver realisticamente avuto il tempo di guadagnarselo, non si merita neppure degli accorgimenti diplomatici per esser gestita: si merita solo di sentirsi rispondere “tesoro, è stato bello conoscerti”. Questo a qualsiasi età, ma a maggior ragione quando siete così giovani.
Ora, non sono nessuno per dirvi cosa dovreste o non dovreste desiderare, ragazzi. Nei limiti del fattibile, cerco di non darvi consigli basati sui miei personali giudizi di valore. È nell'ottica del pragmatismo che vi dico di mandarla a cagare, una che dopo tre mesi vi richiede l'impegno di una fidanzata. Ed è sempre nell'ottica del pragmatismo che vi dico: ma a vent'anni, chi ve lo fa fare a prendervelo, l'impegno di una fidanzata?
A vent'anni, come uomini, state mettendo le basi per ciò che sarete nella vita, e questo include il vostro futuro valore di mercato come amanti e compagni. A parte un bell'aspetto e qualche esperienza, se siete fortunati, al momento avete poco o niente in mano di ciò che, quando avrete la mia età1, vi renderà dei buoni partiti; men che meno la concezione di quanta scelta avrete in fatto di donne rispetto a ora. Ammesso, ovviamente, che facciate le cose come si deve e non lasciate sia l'inerzia a determinare il vostro corso.
Per carità, se avete fra le mani qualcosa che sta andando a meraviglia e non interferisce coi vostri progetti, non buttatela via. Ma non abbiate fretta di comprare quando ancora capitale non ne avete, specialmente in un momento storico come questo, in cui il noleggio non è mai costato meno. Concludete gli studi e avviate un percorso professionale; trovate una stabilità, una dimensione sociale, uno stile di vita; mantenete la forma fisica e un circolo di amici attivo; relazionatevi al sesso femminile nell'ottica di capire ciò che volete, imparare a ottenerlo e a mantenerlo; usate il tempo che avete dalla vostra parte per creare e solidificare la vostra desiderabilità.
Lasciate siano le donne ad avere fretta di fidanzarsi: sono loro a non averne abbastanza, convinte che l’infinità di scelta di cui godono a vent’anni durerà per sempre. D'altronde, pensate forse che una ragazzina che dopo tre mesi vuole già l'esclusiva da voi, dopo altri tre mesi la vorrà ancora da voi?
Trentaquattro, fatti esattamente il giorno della pubblicazione di questo articolo. Tanti auguri a me!
Ma permettimi di porre una domanda: se un uomo preferisce stare con gli amici piuttosto che (anche) con la sua donna, che ci sta a fare con quella donna?
Auguri!!!🥳🥳
Sei ancora più vicino ai 30 che ai 40, maledetto!!😅😅