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Avatar di Mario Marcon

Qualche giorno fa ho negato a mia figlia di 4 anni una cosa che mi aveva richiesto. Era una richiesta a cui in realtà avrei potuto tranquillamente acconsentire, ma le ho detto di no per pigrizia più che per reale necessita. Questo ha generato una reazione veemente, con pianti e strepiti davanti i quali stavo per cedere, ma poi ho realizzato che se lo avessi fatto avrei minato la mia capacità di far rispettare il prossimo rifiuto, che magari sarebbe stato su una questione importante e non negoziabile.

Quindi ho mantenuto la posizione e non ha avuto quello che chiedeva.

Contemporaneamente ho anche capito di essere stato un pirla per averle detto di no senza che ce ne fosse realmente bisogno, e in fin dei conti senza essere pronto a pagare il prezzo che questo "no" avrebbe comportato.

Che poi questa dinamica si ripropone spesso anche con mia moglie, con l'unica differenza che averla vinta è molto più difficile. :)

In un matrimonio, o in una convivenza con figli, oltre a dover capire bene quali sono i propri paletti e avere la certezza di farsi rispetare è altrettando fondamentale capire quali saranno quelli del partner, e quale sia la propria posizione in merito.

Perchè in questi casi far saltare il banco comporta una serie di conseguenze negative che prima semplicemente non esistevano.

E il modo migliore (e quasi unico) per poter fare una corretta valutazione è un adeguato (e lungo) periodo di convivenza.

Aggiungo un'ultima considerazione sul tuo interessante articolo: non sempre "andare fino in fondo" è la soluzione migliore, e chi concede una seconda opportunità dopo un tradimento a volte è veramente in una posizione di forza diversa da quella in cui era prima.

Non ho ancora beccato mia moglie a tradirmi, ne l'ho ancora tradita io, ma ti faccio un esempio che secondo me è attinente: qualche tempo fa mi sono trovato a discutere con mia moglie su cosa fare il weekend. Le nostre posizioni erano differenti, ma dalla mia avevo delle ottime motivazioni ( i precedenti due weekend erano stati painificati secondo i suoi programmi) e quindi sono rimasto sulla mia posizione, finchè ci siamo accordati per fare quello che volevo io.

Solo dopo che mi ha detto "ok questo weekend facciamo come vuoi tu" sono tornato sui miei passi e abbiamo fatto quello che voleva fare lei: dopotutto non era una attività che mi dispiaceva fare, e quindi ho potuto tranquillamente rimandare i miei programmi al wekend successivo senza che fosse un peso, ma forte che quella era una mia concessione, non una sua imposizione nei miei confronti. C'è una certa differenza tra perdere una posizione o decidere di concederla.

Oppure vuol dire che mia moglie è talmente un passo avanti che ha previsto di perdere consapevole del fatto che io le avrei concesso quello che chiedeva solo dopo aver avuto la sensazione di vincere la discussione... :)))

Per tornare al tuo caso iniziale avresti potuto comunque farti due ore in più di sonno, per poi far notare alla tua direzione che hai rispettato il turno per puro caso, o intraprendenza nel ri-controllare quello che non ti spettava e che se non ti avvisano dei cambi turno tuo magrado potevi non accorgertene.

Cosi saresti passato come uno zelante e dedito dipendente, avresti dormito due ore in più e comunque la prossima volta ti avrebbero avvisato.

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