Il difficile rapporto delle donne con l'onestà
Quando e quanto essere sinceri, laddove spesso mancano le condizioni per essere ascoltati?
Mi ha chiesto di essere completamente onesto.
Giacché fin dall'inizio si era posta con una pesantezza tale da farmi passare qualsiasi voglia di rivederla, ho deciso di prendermi una soddisfazione sadica e accontentarla. Inutile a dirsi, appena ha cominciato a parlare di ciò che gli uomini notano di lei e mi ha visto abbassare in modo tutt'altro che subdolo lo sguardo verso uno, anzi due punti precisi, ha dato i primi segni di pentimento.
“Questo non è un modo affatto carino per essere onesto!” “Non esiste un modo carino per essere onesto. O vuoi che sia carino, o vuoi che sia onesto.”
Alla sua sciorinata di insofferenza per la fatica nel cercare di mostrare il proprio corpo senza essere sessualizzata ho risposto paragonando l'intento a quello di mostrare una torta senza causare appetito. Non ha smorzato il colpo specificarle che comunque, volendo incentivare gli uomini a valorizzare altri aspetti di lei, non aveva che da mettere anche questi sul tavolo e selezionare chi lo facesse.
“Non sono la loro madre, non sta a me educarli o incentivarli a notare che [inserire sermone sulla sua cultura, le sue tre lingue parlate e il suo dottorato di ricerca].”
“Non è questione di essere la madre di nessuno, bensì di fare il tuo interesse e presentarti in un modo che aumenti le probabilità che notino ciò che di te vuoi far notare.”
Nemmeno ho fatto in tempo ad aggiungere che, comunque, di reale potere nel decidere ciò che gli uomini avrebbero trovato attraente di lei ne aveva ben poco, a sottolineare la contraddizione di non voler incentivare nessuno in tal senso e poi spaccare i maroni facendogli l'elenco della spesa, a darle il colpo di grazia paragonandola al tipico sfigato che se la prende perché nessuna lo trova attraente per la sua gentilezza. Mi ha sfanculato prima.
In un mondo che ha fatto un completo lavaggio del cervello alle donne, convincendole che essere come gli uomini le avrebbe rese appetibili come partner, se c'è una pillola rossa che risulta loro amara da digerire è la consapevolezza di non avere alcuna reale leva su di noi all'infuori della propria sessualità. Naturalmente con ciò non intendo dire che non siamo in grado di apprezzarle e trovarle interessanti sotto mille altri aspetti, ma apprezzare e trovare interessante qualcuno non è equivalente a desiderarlo, come loro stesse ben sanno, e nessuno muove mari e monti per accomodare il capriccio di qualcuno che non desidera.
Cosa ci fa desiderare una donna? Un bell'aspetto e l'attitudine a non rompere i coglioni una disposizione gradevole. Tutto il resto è un contorno.
Un contorno senza cui il piatto principale alla lunga risulta stantio, sia chiaro, ma che comunque non può sostituirlo. Io per primo adoro che la mia ragazza abbia cultura scientifica e umanistica, una creatività incredibile, un gusto per l'arte e le passioni più strambe. Non la vorrei mai senza queste cose – e senza i post-it che mi lascia in giro per casa – ma è perché negli anni assieme ho sviluppato un legame emotivo con l'interezza della sua persona, e un po' alla volta hanno cominciato a influenzarmi aspetti di lei che non sarebbero nemmeno passati sotto al mio radar se anzitutto non mi avesse convinto sotto il profilo sessuale.
E se non si fosse offerta di lavare i piatti la prima volta che le ho preparato la cena, perché una convivenza con una completa pelandrona già l'avevo sperimentata e mi è bastata. Sì, ragazze, una cosa che in voi valorizziamo più di un dottorato di ricerca è la volontà di rendervi utili nelle incombenze che noi non abbiamo voglia di svolgere.
Cos'altro? Apprezzeremmo di più se i soldi che buttate in prodotti per la cura della pelle li spendeste per una visita nutrizionistica e un abbonamento in palestra; è inutile tentiate di spacciarci per maturità la disperazione con cui cercate una relazione stabile quando ormai il biglietto della lotteria per gli uomini che avreste dovuto accasare anni fa è scaduto; gli stronzi di cui vi lamentate non hanno alcun motivo di cambiare il proprio comportamento finché continuate a dargliela; se evitiamo di mostrarvi certe nostre fragilità è perché abbiamo imparato che la vostra empatia viene al costo della vostra libido; quando ottenete qualcosa da noi dopo una discussione in genere non è perché ci avete fatto capire il vostro punto di vista, ma perché abbiamo ritenuto che affrontarne un'altra sarebbe una rottura di coglioni troppo grossa; quando, dopo anni assieme, rifiutiamo di compiere il prossimo passo nella relazione, ma non vogliamo mollarvi, è perché non siamo poi così presi, ma la scopata fissa fa comodo.
Lo so, siamo creature egoiste e superficiali. Come voi d'altronde. E lasciatemi dire: se c'è un problema culturale da qualche parte, non sta nel modo in cui funziona il nostro cervello, ma nella vostra incapacità di accettare che si è evoluto per funzionare in un certo modo1.
Tutti veniamo riempiti di bugie fin dalla nascita. Ma noi uomini, in una verità almeno, possiamo trovare certezza e conforto: che quando siamo spazzatura, lo sappiamo. Lo sappiamo perché nessuno si preoccupa di raccoglierci comunque da terra. E quando, con lavoro e fatica, cominciamo a valere qualcosa, prendiamo spietata consapevolezza di qual è la valuta. Solo chi nasce blasonato o non si smuove mai dalla propria miseria resta ignorante. Davanti a chi viene informato dall'esperienza, non c'è più bugia che tenga. Non c'è più “resta come sei, prima o poi troverai quella giusta per te”.
Alle donne manca questa fortuna. Nessuno è mai brutalmente onesto con loro come lo è con noi. Gli uomini che hanno intorno gli dicono stronzate per portarsele a letto; gli uomini che le amano gli dicono stronzate per mantenere la quiete coniugale; le amiche gli dicono stronzate perché valorizzano l'armonia del gruppo più della verità2; le altre donne gli dicono stronzate perché vogliono sabotare la competizione.
“Sì, tesoro, staresti benissimo coi capelli corti!”
Purtroppo, il problema non si risolve semplicemente passandogli le informazioni corrette. Qui è dove sbagliano i redpillati, allo stesso modo in cui sbagliano quando insistono nel fargli la morale spicciola, cercando di spacciare il bisogno di scaricare la propria rabbia su delle sconosciute per un atto pro-sociale. Lo avete visto dalla breve storia che vi ho raccontato: tentare di “redpillare” il genere femminile in questo modo è una mossa, nel più dei casi, utile solo a scatenare un violento istinto di autoprotezione nelle sfortunate che vi ascoltano. Come un bambino cresciuto a pane e merendine non è pronto al gusto amaro delle verdure, neppure quando si vergogna di essere grasso, una donna cresciuta a pane e stronzate non è pronta al gusto amaro dell'onestà, neppure quando la chiede.
Significa che dovete nascondere come stanno le cose per evitare di farvi sfanculare da tutte? No, certo che no. La mia ragazza legge ogni mio articolo, guarda ogni mio video ed è perfettamente consapevole dei motivi dietro ai miei modi di fare – il che, vorrei notaste, non glie li rende meno attraenti – diverse amiche mi consultano proprio quando vogliono un parere maschile brutale e onesto, anche sapendo che potrebbe portarle a piangere, e negli anni non sono mancate nemmeno le ragazze che hanno espresso apprezzamento leggendo per caso la mia pagina Facebook, da cui è partito questo progetto, seppur a fronte delle ben più numerose per cui rappresenta l'ennesima iterazione della mascolinità tossica.
Non mancano, insomma, le circostanze in cui potete essere completamente onesti con una donna e venire ascoltati. Questo perché a scatenare un sentimento di astio nei vostri confronti quando dite una verità spiacevole non è tanto la verità in sé, quanto la percezione che glie la stiate dicendo con un secondo fine. Quale? Beh, il più ovvio è appunto quello di farla arrabbiare, ma il più comune è anche il più subdolo e paradossale: acquisire punti!
Sì, proprio così. Non cercate di negarlo, ci sono passato anch'io. Sotto sotto, il vostro sogno bagnato è che lei rimanga colpita dal sentirvi parlare senza filtro e si faccia un'immagine di voi come di qualcuno che, a differenza di tutti gli altri, non vuole nasconderle nulla. Nulla tranne, guarda caso, questo contratto che avete in testa secondo cui il vostro gesto paternalistico – perché parliamoci chiaro, di paternalismo si tratta – dovrebbe risultarle attraente. La sua percezione non è poi così sbagliata.
Cambiarla è un processo in due fasi: anzitutto dovete stracciare il contratto, cambiare per primi paradigma e smettere di vedere l'onestà come un mezzo per influenzare la sua opinione di voi. Infine dovete mettervi nell'unica posizione da cui potrebbe, ed enfatizzo potrebbe essere disposta ad ascoltarvi: quella di un uomo che ricopre un ruolo dominante nella sua vita, verso il quale prova ammirazione e fiducia. Potete essere suo padre, purché sia convinta di avere un padre invidiabile; potete essere il suo compagno, purché sappia che non provate gusto nel ferirla, ma siete disposti a farlo quando è necessario per il suo bene; potete anche essere un suo amico, sì, purché vi veda più in alto rispetto a sé e non abbia alcun sospetto che vi interessi finire con lei.
Potete essere una figura pubblica, ma in questo caso fattori come lo status, la simpatia e la fiducia generale che ispirate vanno a intersecarsi in modo davvero complesso. Per certo vi dico che le poche donne disposte a sorbirsi con regolarità i miei contenuti, oltre a trovarmi divertente, vedono in me una certa “saggezza” che va al di là delle specifiche questioni di cui tratto. Ragionamenti come “'sto qui è un coglione, ma la sa lunga sull'argomento che mi riguarda, quindi lo ascolto anche se mi irrita ciò che dice, perché mi torna utile” sono roba perlopiù maschile. Noi uomini ci siamo evoluti per riuscire a collaborare in gruppo in situazioni di guerra, a scapito degli screzi individuali3. Ciò ci rende maggiormente predisposti, anche quando abbiamo un problema molto personale, ad accettare soluzioni strategiche in maniera distaccata da chi ce le presenta, in parte perché istintivamente le percepiamo come rivolte a un interesse comune e in parte perché riusciamo a vivere il processo nell'ottica dell'apprendimento.
Una donna non solo fa molta più fatica a fidarsi del fatto che l'interesse di un'altra persona, di un uomo soprattutto, sia allineato col suo quando non c'è un rapporto stretto di mezzo, ma qualora questa riuscisse ad articolarle un suo problema meglio di quanto non abbia fatto lei stessa, difficilmente avrebbe la presunzione necessaria per pensare di poterle “rubare il mestiere”. Per questo, in linea di massima, valuta i consigli e i giudizi che le vengono dati in base alla vicinanza delle persone che glie li danno, più che alla loro oggettiva veridicità; e quando invece accetta di rimettersi a un'autorità esterna lo fa in modo quasi assoluto: motivo per cui questa, per essere accettata come tale, deve dimostrarsi a priori “degna d'ascolto” in senso quasi assoluto.
Dunque, un po' come l'altra volta vi ho detto di non perdere tempo a far la morale a sconosciute, questa volta vi dico di non perdere tempo a spiegargli le dinamiche fra i sessi, o a “redpillarle”, come direbbe qualcuno. Non illudetevi che vi ascolteranno. E per carità divina, quando ci state provando con una, non illudetevi che apprezzerà la vostra trasparenza. Evitate di spararvi nel piede e, come suggerisco sempre in questi casi, dimostrate di conoscere le regole del gioco giocando bene anziché ripetendole a memoria ad alta voce.
Se ne fate una questione di coscienza, ricordatevi che potete inseguire ciò che vi interessa responsabilmente senza bisogno che la donna che avete di fronte sappia tutto ciò che vi passa per la testa. Esporglielo senza che vi siano le reali condizioni affinché vi ascolti – condizioni di cui neanche lei è consapevole4 – nel più benevolente dei casi viene preso come una richiesta di validazione, un bisogno di “permesso” da parte sua per essere fatti in un certo modo e pensare certe cose. Non contorcetevi per nascondergliele, sia chiaro! Dimostrereste solo di essere a maggior ragione dipendenti dal suo giudizio. Ma evitate di sbattergliele in faccia di proposito quando non è necessario. E prima di farlo quando lo è, assicuratevi che si fidi del vostro intento, vi veda al di sopra della propria reazione e, soprattutto, il rapporto che avete giustifichi il gesto.
È importante, d'altronde, che vostra moglie sappia che siete voi a decidere la moneta di scambio per le vostre attenzioni e non lei; che il modo in cui vi tratta tendenzialmente vi interessa più della sua carriera; che se ingrassa a dismisura non sarà la sua intelligenza a salvare la vostra attrazione nei suoi confronti. Ma se non ci arriva da sola, date per certo che non tollererà di sentirselo dire da qualcuno per cui non farebbe qualsiasi cosa. Persino mangiar verdure.
Buss, David M. (1994) – The Evolution of Desire: Strategies of Human Mating
Il che, a mio giudizio, è uno dei principali fattori dietro l'insorgenza della cultura woke nell'ambiente scientifico, arrivata in seguito al massiccio ingresso delle donne nello stesso. Ma questo è un ginepraio la cui analisi intendo devolvere a un articolo futuro.
Benenson, Joyce F.; Markovits Henry (2014) – Warriors and Worriers: The Survival of the Sexes
Motivo per cui non dovreste necessariamente ascoltarla quando dice di volere la verità. Ma se ancora state ad ascoltare le donne quando parlano anziché vedere come si comportano, beh, benvenuti su questo blog.