Piantatela di far la morale alle donne
Rimarcare a delle sconosciute le vostre rimostranze col mondo femminile non serve a “dargli una lezione”; è solo una perdita di tempo.
Mi ha detto “guarda però che io non sono una che esce con quelli fidanzati”. Le ho risposto “e infatti non lo racconteremo a nessuno”.
Tranne che alla mia ragazza, a cui l'ho raccontato per capire se fosse ancora dell'idea di lasciarmi questa libertà. E perché in ogni caso avrebbe letto questo articolo.
Certo, avrei potuto rispondere diversamente. Avrei potuto chiederle, ad esempio, “e allora perché mi hai dato il numero?” e sottolineare l'ipocrisia della sua resistenza di facciata. Magari dirle “voi donne siete tutte uguali: sani principi finché non incontrate quello che vi fa bagnare”, anticipando che se mi avesse aperto le gambe poi naturalmente sarebbe stato perché l'ho manipolata contro la sua volontà e rimarcando l'incapacità femminile di prendersi la responsabilità delle proprie azioni.
Ma a che scopo? Farla pentire di avermi dato corda nel flirt che IO ho cercato con lei?
Vivaiddio è raro trovare un uomo che abbia il coraggio di comportarsi così di persona con una donna, ma sembra essere diventata una moda quella di fare simili uscite sulle applicazioni d'incontri e poi postarle su gruppi online, totalmente maschili ovviamente, come se fossero grandi blastate, mezzi d'avanguardia per mettere le cagne al proprio posto e riequilibrare finalmente l'universo… quando si tratta di sfoghi puerili e fini a se stessi. E la cosa chiama per un annuncio di pubblica utilità da parte mia.
Ragazzi, se credete di riscattarvi o, peggio ancora, di “insegnare alle donne una lezione” in questo modo, siete degli imbecilli.
L'unico effetto che avrà sul loro comportamento sarà quello di renderle ancora più prevenute nei confronti degli uomini, rancorose come voi lo siete nei confronti loro, e subdole quando si tratterà di fare quel che vorranno comunque fare. Sì, perché portarle a vergognarsi dei propri impulsi naturali non glie li farà certo sparire. Le renderà, in compenso, delle professioniste nel nasconderli.
Questo ammesso e non concesso che ci riusciate, a farle vergognare. E se lì sta il vostro principale intento quando ci interagite… prendetevi una pausa dai gruppi Red Pill, dico davvero. Possono essere un'utile valvola di sfogo per un po' di tempo, dal momento in cui vi rendete conto che tutto ciò che la società vi ha detto sulle donne e su come dovreste comportarvi nei loro confronti per averci successo è una bugia. Ma l'incentivo continuo che danno a restare bloccati in questa fase di rabbia, a lungo andare, non vi aiuta a superare il trauma e fare qualcosa di realmente utile per cambiare la vostra situazione.
“Quindi bisogna accettare di subire l'ipocrisia femminile e basta?”
Ecco uno dei commenti che ho ricevuto scrivendo su Facebook quanto sopra. Sul fatto che la specifica ragazza da cui è partito il discorso sia tacciabile di ipocrisia o meno ci torno dopo. Ma in ogni caso, fra l'accettare di subire un comportamento che non ci piace e il battere i piedi a terra urlando ogni volta che lo si vede in atto ci sono tante, più sane vie di mezzo.
A me dà parecchio fastidio il fumo. A casa mia, chi ha bisogno di fumare va sul balcone. Altrove, se qualcuno fa per accendersi la sigaretta accanto a me, gli chiedo con assoluta tranquillità se può farne a meno, o al più mi allontano. Dove è vietato, magari lo faccio notare. A chi mi chiede se può accendere, rispondo in base a come mi sento: certi giorni ho mal di testa e non ne voglio proprio sapere, certi altri la cortesia e la conversazione valgono il fumo passivo. Quando vedo una breccia, tento una battuta non troppo cattiva, che se ben riuscita porta il fumatore stesso a dire “hai ragione, è proprio un viziaccio” spontaneamente.
Smetterà di fumare per questo? No. Ma non ci sono i presupposti perché io abbia il potere di farlo smettere di fumare in ogni caso, quindi sarei stupido anche solo a provarci. Posso al più far sì che abbia discrezione e ci pensi un attimo prima di buttarmi il suo fumo in faccia, e il modo migliore è mettere dei paletti fermi mantenendo dei toni amichevoli, allontanandomi se non vengono rispettati. In nessun caso fargli sfuriate paternalistiche sui danni che fa a se stesso e agli altri aiuterà allo scopo.
Anche perché non è che non li sappia, è che non gli importa. E se c'è una cosa che una vita passata a subire propaganda di ogni tipo dovrebbe averci insegnato è che martellare continuamente le persone su cose di cui non gli importa non servirà a fargliene importare; che è il motivo per cui, quando la propaganda è al potere, ad essa si accompagna sempre un uso massiccio della forza, bruta o subdola che sia.
Tornando a noi, dunque, smerdare ragazze random, che sia su un'app d'incontri o altrove, pensando di tirarle giù dal piedistallo, non è “meglio che niente”, come qualcun altro mi ha detto. È stupido e basta. In generale, pensare di poter influenzare il comportamento femminile in questo modo significa partire proprio coi presupposti sbagliati. Volete fare qualcosa che sia “meglio che niente”? Diventate più attraenti possibile e mettete in chiaro i vostri standard alle donne che vi vogliono intorno. Se valete qualcosa, ne troverete disposte a rispettarli. Investite le vostre attenzioni su di loro e lasciate semplicemente perdere le altre.
Se, viceversa, non valete neppure quel minimo da far sì che UNA donna stia attenta a come si comporta con voi per non perdervi, mi permetto: forse dovreste avere altre priorità che lanciarvi in presunte opere di raddrizzamento di massa.
“Che differenza c'è fra la tua battuta e il tipico 'ma io non sono geloso'?”
Questo commento è una domanda più tecnica. Anzitutto, c'è differenza nel contesto di partenza: la mia battuta rispondeva a un “ma sei fidanzato”, che come barriera, in genere, è molto meno forte di “ma sono fidanzata”.
In secondo luogo, nel livello di coinvolgimento che esprime: “ma io non sono geloso” è una frase estremamente passiva; a tutti gli effetti, un “per me il problema non si pone”. Viceversa, “e infatti non lo racconteremo a nessuno”, prende il problema in mano, con quel pizzico di machiavellismo che, in alcuni casi, può attrarre. Molto sta nel modo in cui vien detta: notate già come suonerebbe diversa se fosse “vabbè, dai… mica lo diciamo a nessuno”.
Per finire, banalmente, nel fatto che una è una frase trita e ritrita, in cui ormai nemmeno chi la pronuncia crede minimamente, mentre l'altra può giocare su un fattore novità. O almeno, lo ha fatto nel mio caso.
E giacché immagino qualcuno vorrà saperlo, quando una mi dice “ma sono fidanzata”, mi piace chiederle a bruciapelo “e non sei arrabbiata con lui?”, o qualcosa di simile, senza che si capisca se sono serio o ironico. In genere la risposta è un semplice “no, perché dovrei?”, ma qualche volta… beh, qualche volta si apre un vaso di Pandora, una confessione tira l'altra e giocando bene si può stuzzicare un eccitante desiderio di vendetta.
Se approfittarne o meno, lo lascio alla vostra etica. In ogni caso, sappiate che la maggior parte delle ragazze NON tradirà il proprio fidanzato, nonostante tutto. E quando succederà, la cosa sarà dipesa molto più dallo stato della coppia che da qualsiasi mossa voi abbiate fatto. Il che dovrebbe rasserenarvi, nell'ottica che un giorno vi ritroviate dall'altra parte.
Resta che focalizzarsi su ciò ho detto esattamente è guardare il dito anziché la luna. Una battuta può funzionare come non funzionare, e anche le “migliori” hanno un'altissima percentuale di insuccesso in un gioco difficile come quello della seduzione. Al netto di questo, ciò che differenzia un uomo che sa giocare da uno che crede di saperlo fare perché rimarca in modo petulante le mosse, o presunte mosse, della donna che sta giocando con lui, è che il primo coglie che quel che lei dice in certe situazioni non ha alcuna attinenza con quel che ha intenzione di fare, e pertanto non va preso sul serio.
Qui torniamo al contenzioso iniziale: “le donne sono ipocrite e incoerenti”? Lo sono per tante cose, ma non in istanze come questa. Semplicemente, esternare ciò che provano “a sensazione” sotto forma di proto-discorso è parte del modo spontaneo in cui elaborano un pensiero più complesso. Noi, questa stessa cosa che loro fanno “fuori” tendiamo a farla “dentro”, che è il motivo per cui loro si contraddicono e noi… pure! Solo che il più delle volte non ci sente nessuno.
Imparate a percepire queste minuzie e a distinguere i rutti del cervello da discorsi fatti e finiti. Una donna che d'impulso, mentre vi sta dando il numero di telefono, dice “guarda però che io non sono una che esce con quelli fidanzati!” non sta esprimendo un principio, sta semplicemente processando ad alta voce le proprie emozioni. Nulla di diverso da quando vede un piatto di un aspetto strano, o le vien detto che dentro c'è qualcosa che normalmente non mangerebbe, e d'impulso dice “oddio, che schifo!”.
Sarà ipocrita e incoerente se poi lo assaggia? Magari se addirittura le piace? Mah, io dico: solo se a posteriori continua ad affermare convintamente che le fa schifo. Come alcune fanno, sia ben inteso: “vado solo con ragazzi che cercano una cosa seria” e poi “no, vabbè, ma tu non conti”, mi è capitata anche quella. Finché non si è arrivati lì, cionondimeno, ribadisco: prendere sul serio tutto ciò che esce dalla bocca di una e trattarlo come se fossero affermazioni GIÀ razionalizzate significa non comprendere i più basilari meccanismi linguistico-cognitivi del cervello umano, ed in particolare quello femminile.
Ma vi prego, continuate a raccontarmi quanto siete edotti in fatto di donne da quando avete scoperto la Red Pill.
Tutto condivisibile, ma non a livello generale. Mi spiego: tu hai fatto bene a non fare la ramanzina alla tipa, perché avresti solo rischiato di andare in bianco, o comunque di avere problemi a livello individuale. Ma lei, dopo l'esperienza, sarà amareggiata e si sentirà punta sul vivo come se lo avessi fatto, e sarà più incazzata con gli uomini lo stesso. Perché che sia stata ipocrita e opportunista, che abbia mandato in discarica i suoi sacri principi solo perché l'hai fatta bagnare, lo sa. Quando la notte successiva, sola nel letto, ha spento la luce e i pensieri e le sensazioni sono affiorati da soli alla coscienza, non ha potuto mentire a se stessa(*), quindi l'accusa è arrivata lo stesso, e la difesa sarà stata la stessa: mi ha manipolato, non è stata colpa mia, gli uomini sono tutti maiali, e per reazione si vendicherà del prossimo poveraccio che cercherà di conquistarla, che magari le vuole bene sul serio, ma non la farà bagnare. In breve: evitiamo filippiche inutili, ma non illudiamoci che ciò migliorerà la situazione.
(*) Se invece siamo di fronte alla paranoica che è riuscita a convincere se stessa anche a livello inconscio, siamo al patologico, per cui sarebbe ancor più inutile parlarne.