Come difendervi dalle accuse di essere stronzi o misogini
Spoiler: annuite e continuate a fare quel che stavate facendo
Ogni tanto sono un pollo anch'io.
In genere evito di parlare del blog e del canale YouTube alle ragazze che conosco occasionalmente. Mio malgrado, quando la conversazione mi coinvolge parecchio capita che me lo lasci scappare. Subentra in me quel bisogno di accettazione della totalità della mia persona che può starci nei rapporti più profondi, ma è completamente fuori luogo con una che voglio anzitutto portarmi a letto. E ho il dannato vizio, alle volte, di mischiare le due cose anche quando non è il caso, o non lo è ancora.
Con l'ultima ragazza in questione chattavo da qualche giorno e avevamo appena pianificato un primo appuntamento. Stupidamente, dopo aver aver lanciato l'esca accennandole alla mia attività online, ho pensato di limitare il danno aggiungendo che non me la sentivo ancora di mostrargliela. Ha rispettato questa mia volontà giusto finché le cose hanno continuato a filare lisce. Poi, però, ha asserito che non potessi essere single, per tenere un blog in cui elargisco agli uomini consigli sulle donne. Non so da dove le sia venuta questa deduzione, ma ancora, stupidamente, ho ammesso la mia relazione aperta.
Un momento e un modo giusti per comunicare 'sta cosa di me che massimizzino sia il mio interesse che quello delle ragazze con cui mi interpongo non esistono. Per esperienza, lo scrivo nella biografia del profilo su Tinder e i match si azzerano completamente, come si azzera completamente la volontà di scambiare un contatto a qualcuna conosciuta in giro; lo dico nei primi messaggi e la conversazione finisce in quel momento; lo dico quando si è appena organizzato un appuntamento e lo stesso viene annullato, come è successo in questo caso.
Volessi massimizzare il mio interesse, nasconderei tutto finché non ho ottenuto ciò che voglio. Il compromesso che finora ho adottato è stato comunicare la mia non-monogamia solo dopo essere usciti, ma prima di finire a letto. Così facendo prendo comunque parecchi picche, ma almeno qualcuna, avendomi davanti e sentendosi ormai attratta da me, decide che le sta bene lo stesso: cosa che non farebbe mai con un completo sconosciuto o qualcuno con cui sta solo messaggiando, avendo a disposizione uno schedario praticamente infinito di uomini fra cui scegliere.
Un po' è lo stesso motivo per cui, sempre su Tinder, non menziono la mia statura, ma aspetto che una mi veda di persona. Tante che “non scrivermi se non sei alto almeno 1.XX” in realtà poi se ne fregano di qualche centimetro in meno, quando dimostro di saperci fare. Tante altre si incazzano perché gli ho fatto perdere tempo. È la natura del gioco e la accetto.
Questa si è incazzata, parecchio, perché non ho esplicitato la mia situazione relazionale fin dal “ciao”. Si è incazzata manco in quei tre o quattro giorni che abbiamo passato a scambiarci messaggi e nell'ora ritagliatasi per uscire con me avrebbe potuto salvare il mondo dal cambiamento climatico. Ma non si è incazzata lì per lì. Lo ha fatto quando, dopo aver chiuso la conversazione in termini amichevoli, mi ha cercato sul web, ha trovato il mio canale YouTube e ne ha desunto che non scoprirmi completamente da subito era stata una mossa deliberata e non una semplice disattenzione nei suoi confronti.
Il che l'ha portata, la mattina dopo, a scrivermi di nuovo per darmi qualche “consiglio”. In realtà per sfogarsi emotivamente, e posso capirla: era presa molto bene, aveva messo le mani avanti e ci è rimasta male a vedere le proprie fantasie di essere la prima della fila andare in fumo. Lei sostiene di essere molto impegnata e aver fatto veramente fatica a liberarsi per uscire con me: cosa che, appunto, una donna NON fa se non è presa molto bene. Ci sarebbe stata, avessi tenuto la bocca chiusa, e sapere di esserci arrivata vicinissimo non deve averla fatta prendere molto bene con se stessa. Scoprire che faccio il “guru social di ‘stocazzo” (sic!) e insegno agli uomini ad abbordare ha creato la tempesta perfetta di vittimismo e improvviso disprezzo nei miei confronti, che non ha potuto fare a meno di manifestare, mascherando la cosa per tentativo di dialogo.
E lì sono stato pollo due volte.
Avrei dovuto risponderle “hai ragione, sono uno stronzo” o “la ringraziamo per il feedback, arrivederci” e chiuderla lì. Invece mi sono lasciato irritare dal fatto che si fosse andata a cercare il mio canale YouTube nonostante le avessi detto di non volerglielo mostrare e dall'accusa di non avere alcun rispetto per il tempo e i sentimenti delle persone – entrambe reazioni normalissime da parte di una donna incazzata – e ho voluto non solo rimarcarle che fosse in una posizione poco credibile per farmi la morale spicciola, vista la mancanza di rispetto da lei stessa mostrata appena si è sentita autorizzata dalla propria scontentezza, ma che se fossi stato davvero come aveva cominciato a dipingermi le avrei semplicemente nascosto tutto fino a portarmela a letto. Ironicamente, proprio perché stava cominciando a piacermi come persona e per un attimo, anziché pensare a “fottere” lei (sic!), mi sono voluto aprire su me stesso, ho fottuto la situazione.
È finita che ho perso un pomeriggio intero a discuterci per telefono, col solo risultato di farmi anche accusare a mia volta di vittimismo per aver difeso la mia posizione. Buffo, da parte di una che ha voluto far pesare così tanto di avermi dedicato qualche giorno di attenzioni via messaggio per niente. Quando si dice: non avere la minima idea di come si vive dall'altro lato della barricata.
Buffo, ma anche prevedibile. Perché il problema era noto già dai tempi dei Pick Up Artists: i primi a essersi macchiati dell'imperdonabile colpa di aver formalizzato e diffuso sul web degli efficaci metodi di seduzione. Quando “certe tattiche funzionano solo sulle facilotte” ha smesso di esser credibile, onde evitare venisse esposto come, nelle giuste circostanze, praticamente tutte si scoprono essere delle facilotte, l'adagio è diventato “chi usa certe tattiche è un manipolatore e un misogino”.
Negli anni, gli attacchi a ogni possibile frangente dell’androsfera1 sono diventati così tanti da aver reso evidente quanto aspecifico sia questo riflesso. Bene o male qualsiasi associazione spontanea di uomini che si spalleggiano fra loro nel fare cose da uomini e che non sia espressamente pro-donna sarà dipinta dai media come pericolo pubblico e considerata nella visione comune come misogina. Allo stesso modo, qualsiasi uomo che osa mettere il proprio interesse davanti a quello del gentil sesso si troverà a fronteggiare almeno una volta l'accusa di essere un misogino o, più genericamente, uno stronzo.
Capiterà anche a voi. E in quel momento vi verrà da difendervi, parlare di malinteso, cercare di far comprendere le vostre ragioni. Magari pure dicendo che “al giorno d'oggi” un uomo non può pensare a se stesso senza essere visto male, esattamente come dicevano i Pick Up Artists incapaci di applicare le tecniche di conversazione che loro stessi avevano creato appena questa andava un attimo fuori copione.
Vi darò due motivi per smettere di farlo.
Il primo è che, come avrete potuto notare dal racconto, a una donna delle vostre ragioni non frega assolutamente niente. La sua empatia nei confronti dei bisogni maschili finisce laddove questi cominciano a coinvolgerla. Se non ci credete, provate a spiegare alla vostra migliore amica, così dispiaciuta perché non riuscite a scopare, che vi siete fatti una sega guardando le foto in bikini che ha messo su Instagram per darvi un attimo di sollievo e raccontatemi quale eufemismo ha scelto per esprimere l'improvviso senso di schifo nei vostri confronti. E quando ormai ha associato a voi un’emozione così negativa, difendervi, scusarvi, spiegare e razionalizzare2 non fa che avvalorare l'accusa che stiate facendo qualcosa di sporco, tradendo un sentimento di vergogna da parte vostra. Sono le azioni messe in atto da un nice guy che si sente colto in fallo e cerca di minimizzare la propria colpevolezza.
Il secondo è che l'idea che le cose stiano così “al giorno d'oggi”, o per via di qualche fondamentale malinteso, è semplicemente falsa. L'ostracismo verso gli uomini che non sacrificano il proprio interesse per quello delle donne non è frutto di un complotto delle femministe: è scritto nel nostro DNA, come parte dell'istinto di conservazione della specie. Dal modo in cui ci riproduciamo non deriva solo una diversa selettività nella scelta dei partner fra i due sessi, ma una diversa premura nei confronti della sopravvivenza degli individui di ciascuno, che è contingente alla sopravvivenza genetica nel caso delle donne, ma non in quello degli uomini. E così, mentre loro si sono evolute per proteggersi, noi ci siamo evoluti per proteggerle3. Ciò fa sì che loro manifestino un cosiddetto “in-group bias”, basato sull'appartenenza al proprio sesso, che a noi manca4. Insomma, a parità di condizioni, tutti siamo istintivamente più portati a schierarci dalla loro parte. Anche io, anche voi.
Imparare a superare questo impulso e a riservare il vostro istinto protettivo alle donne che danno valore aggiunto alla vostra vita anziché rivolgerlo a tutte richiede un estensivo lavaggio del cervello. Nel mentre, non riuscirete mai a mettere i vostri interessi davanti a quelli di una sciacquina che avete conosciuto da tre giorni a cui non frega niente di voi, se non per ciò che potete darle, a meno che non impariate a essere a vostro agio non solo col fatto di venire accusati di essere stronzi, ma con quello di esserlo. Perché questa sarà anche la vostra percezione, almeno all'inizio.
Lo dimostrate, appunto, quando di fronte all'accusa cercate di giustificarvi: un po' stronzi, in fondo, vi ci sentite, e non vorreste. Non vorreste essere quello che da ragazzini, quando la tipa che vi piaceva passava il tempo a raccontarvi di come si pentiva ogni volta di esserci andata, avevate giurato di distruggere. Beh, ora che vi ho infranto quel sogno, lasciate vi elucidi sul modo giusto per rispondere. Ne ho parlato nell'articolo su come evitare le discussioni inutili con la vostra fidanzata, ma l'occasione vale un ripasso: dovete concordare e amplificare.
“Sei davvero uno stronzo.” “E non hai ancora visto niente!” “Perché tutta questa misoginia?” “Misoginia? No, ti assicuro, odio l'umanità intera. Gli uomini son fortunati a non frequentarmi.” “Non c'è un modo per fare tutto questo senza essere così cattivo nei confronti delle donne?” “Ci sarebbe, ma poi dove sarebbe il gusto?”
L'idea è disarmare l'accusa annuendo alla premessa e portandola alle più assurde implicazioni. Ricordatevi di farlo in modo leggero. Non è sarcasmo ciò che volete comunicare, è piuttosto qualcosa sulla linea di “stai dicendo delle assurdità, ma capisco come ti senti, quindi sdrammatizzo così che possiamo riderci su assieme”. Insomma, che forse siete stronzi, sì, ma degli stronzi simpatici e attraenti.
Non vi verrà naturale. D'altronde l'ho appena detto: di naturale avrete l'impulso a fare il suo interesse, o quello che pensate sia il suo interesse, a scapito del vostro. Salvo poi rinfacciarglielo nel momento in cui decide di non contraccambiarvi. Stronzi, questo mai. Subdoli, in compenso…
Anziché prendere l'esempio sbagliato dalle donne e cercare vie traverse per evitare il confronto, prendete quello giusto e smettete di interpretare ogni comunicazione come un passaggio di informazioni. Imparate a cogliere quando è una battaglia di status giocata sulle emozioni. Una donna che vi accusa di essere stronzi perché non la trattate come una principessa non sta cercando una spiegazione, sta cercando di bullizzarvi verso la compiacenza. Questo anche quando è la vostra compagna e lo fa urlando o mettendosi a piangere perché le avete detto qualcosa di brutto, che però andava detto. Tipo “ho detto no e la discussione è chiusa” o “stai ingrassando troppo”.
È stronza lei? No, semplicemente è nella natura umana bullizzare per ottenere sottomissione. E non avendo mai potuto usare le mani allo scopo, le donne sono molto più brave di noi a usare le parole. Purtroppo o per fortuna, come ormai dovreste sapere, allo stesso tempo detestano gli uomini che si lasciano sottomettere; motivo per cui cedere alle loro pressione crea un circolo vizioso nel quale basta sempre meno per farle sentire piccate, finché a un certo punto anche solo rispondere con un rifiuto a una loro richiesta, assurda che sia, diventa una mancanza di rispetto.
A livello sociale, questo è stato esattamente l'effetto ottenuto dal femminismo. A livello individuale, per evitare che succeda, liquidate fin da subito nel modo giusto le accuse pensate per sottomettervi all'interesse altrui anziché farvi consumare da un mal posto senso di colpa. Evitate altresì, mi raccomando, di commettere l'errore che ho commesso io nel racconto e perdere tempo a discutere inutilmente, o correrete un ulteriore rischio.
Quello di vedervi così tanto i coglioni rotti comunque, per non aver fatto poi fatto niente di terribile, da considerare che forse, a questo punto, tanto varrebbe essere stronzi per davvero.
Un nome che già di suo è tutto un programma, creato dalla rivista ultra-femminista Mother Jones specificamente allo scopo di mettere i più variegati gruppi di uomini tutti sotto la stessa cappella e additarli per misoginia.
Nel libro “No More Mr. Nice Guy” il dottor Robert Glover usa l'acronimo DEERing: defend, excuse, explain, rationalize.
Benenson, Joyce F.; Markovits Henry (2014) – Warriors and Worriers: The Survival of the Sexes
"...detestano gli uomini che si lasciano sottomettere; motivo per cui cedere alle loro pressione crea un circolo vizioso nel quale basta sempre meno per farle sentire piccate, finché a un certo punto anche solo rispondere con un rifiuto a una loro richiesta, assurda che sia, diventa una mancanza di rispetto."
Confessa, avevi messo delle microspie nella casa dove convivevo con la mia (ovviamente) ex!
EDIT: pure questa frase "Quello di vedervi così tanto i coglioni rotti comunque, per non aver fatto poi fatto niente di terribile, da considerare che forse, a questo punto, tanto varrebbe essere stronzi per davvero" mi induce a sospettare che mi spii :-D In effetti, ormai credo di essere diventato davvero stronzo e un po' misogino, non me ne compiaccio ma il fatto è che tanto me lo dicono lo stesso qualunque cosa faccia, e allora... tanto vale togliermi la soddisfazione di meritarmelo.