I “bravi ragazzi” e i loro contratti nascosti
Come riconoscere se state facendo davvero una gentilezza a una donna o se, sotto sotto, la state ricattando?
Sento una ragazza da qualche giorno; si dice troppo impegnata con la sua mostra d'arte per trovare il tempo di uscire.
M'invita però ad andarla a trovare mentre lavora, in un lampo d'intuizione nel mezzo della notte. Si addormenta prima di rispondere alla mia ovvia domanda, “dove?”, e si dimentica della conversazione il giorno successivo. La ricontatto chiedendole se abbia cambiato idea, si scusa dandomi l'indirizzo e avanza “puoi venire anche domani mattina o nel primo pomeriggio”.
Controllo: sembra essere una mostra gratuita. Non muore dalla curiosità di vedermi, ma non sta approfittando della mia per cercare di guadagnarci spiccioli. Senza pensare di doverle dare preavviso, mi preparo dunque per andare a trovarla la mattina successiva; purtroppo, a causa di una serie di contrattempi, nel momento in cui parcheggio realizzo di avere solo cinque minuti prima di dover correre indietro per andare a lavoro. Neanche il tempo per farmi spiegare una singola opera come si deve.
Penso al disagio di una scena alla nonno Simpson che entra ed esce, noto una pasticceria a poche decine di metri e decido di improvvisare una carineria: prendo un caffè, un dolcetto da un euro e li porto per offrirli, uno a lei e uno a me, a sua preferenza.
Arrivo sul posto e scopro che la “mostra d'arte”, locata al piano seminterrato di un condominio, consiste in tre quadri esposti in uno sgabuzzino. Inutile a dirsi, non c'è un singolo visitatore. Mi sento un po' come presumo si senta una donna quando un uomo le racconta di essere il direttore di un'azienda con sedi in tutto il paese e scopre che fa il paninaro itinerante in un camper. O forse no. Ora che ci penso, io non sono così superficiale: io non giudico il valore di una donna dal suo lavoro, fintanto che ha delle belle tette.
Il problema è che, oltre a non esserci un singolo visitatore, non c'è neanche lei.
Mi rivolgo all'unico presente, che assumo sia un suo collega. Sentendo che la sto cercando, lui assume io sia il cameriere del bar e mi chiede se lei abbia fatto qualche tipo di ordine, considerato che non sarebbe arrivata prima di mezzogiorno. Sono le undici e trenta e, pur lavorando di notte, non riesco a concepire come possa avermi detto “domani mattina” intendendo da mezzogiorno in poi, ma pazienza. Offro a lui il caffè, descrivendogli molto brevemente la situazione e chiedendogli di lasciare il dolcetto per lei. Mi stringe la mano invitandomi con sguardo sognante a tornare un'altra volta se ho più tempo. Non mi intendo di mostre d'arte, ma assumo sia gay.
Esco, le scrivo che son passato senza trovarla e risponde di essere stata via per un appuntamento di lavoro. Scemo io a pensare che il suo lavoro fosse far panini sul camper curare la mostra d'arte. Le dico del caffè che ho offerto al suo collega e del dolcetto che ho lasciato a lei, mettendola sul ridere per l'idea improvvisata andata a vuoto, e lì per lì smette di rispondermi. Avrei gradito almeno una parola di scuse per avermi fatto passare a vuoto. Ancora, scemo io a pensare che una donna che mi dice di andar da lei intenda farsi trovare.
Ok, torniamo seri per un momento.
Non l'ho avvisata del mio passaggio perché fino all'ultimo non ero sicuro me ne sarebbe rimasto il tempo, fra le varie commissioni della mattina, e non volevo lanciare l'esca per poi magari non presentarmi – come stava appunto per succedere – problema che invece lei non si è posta. Un errore da principiante che potevo risparmiarmi1, ma anche pace. Prenderle qualcosa, invece, è stata una mossa che ho deciso di fare consapevole della sua natura ad alto rischio e alta ricompensa. C'era la possibilità che lei reagisse pensando “oddio, ma che cosa bellina!” come “oddio, ma che caso umano!”.
Visto il suo silenzio, ho pensato si fosse avverata la seconda. Il che non sarebbe stato un problema, e trovo importante dirlo: a meno di non prendere mai alcuna iniziativa un minimo originale, infatti, quello di entrare nella lista dei casi umani di qualcuno è un rischio che in una certa misura correrete sempre, a maggior ragione laddove il grosso delle interazioni avviene via messaggio e c'è enorme margine di fraintendimento.
Aumenterete considerevolmente il vostro successo smettendo di preoccuparvi di poter risultare dei polli, dei viscidi o dei matti. Con ciò non voglio incoraggiarvi a tappezzare una città di cartelli per dichiarare il vostro amore o fare altre stupidaggini che potrebbero costarvi. Confido che il vostro limite personale stia all'interno dei margini del buon senso comune. D'altronde, se siete fra chi ha bisogno che sui barattoli di vernice ci sia scritto “non ingerire” per evitare di assaggiarla, c'è molto poco che posso fare per voi.
Ma dato questo per assunto e chiusa la parentesi, dunque, dove è bene lo mettiate, esattamente, questo limite personale? Quanto dovreste spingervi nei favori, nei regali e nelle carinerie quando in testa avete di entrare nelle gambe grazie di una donna?
Nel rispondervi, lasciate che vi racconti la fine della storia. Convinto appunto di averla fatta prendere malissimo e ormai calatomi nella parte, la sera le scrivo di nuovo imperterrito, chiedendole se almeno il dolcetto fosse buono. Sono pronto a vedermi bloccato e ridere pensando a 'sta poveraccia che ho traumatizzato con una carineria, invece mi dice di aver molto apprezzato la sorpresa e di essersi dispiaciuta per non esserci visti.
Ok, mi coglie in contropiede, ma non sono nato ieri: so che le ultime sono parole di semplice cortesia. Ormai però sono alle prese con la scrittura di questo articolo e voglio dimostrarvi la mia tesi, quindi faccio l'ingenuo e le rispondo che, se così stan le cose, finita la sua esposizione il tempo per vederci possiamo trovarlo. A quel punto, sì, sparisce per davvero.
Insomma, la mia mossa è andata a segno, ma non è comunque “servita” a niente. Lei non aveva reale interesse nel conoscermi prima e non glie n'è scaturito vedendo il mio spirito d'iniziativa. E anche questo non è stato un problema. Ci sarebbe mancato pure che si sentisse in dovere di accontentarmi: non si era creato, nella mia testa, alcun contratto nascosto2.
E qui veniamo finalmente al punto dell'articolo: che cos'è un contratto nascosto? È un accordo che prendiamo inconsciamente con un'altra persona senza che questa abbia mai potuto acconsentirvi. Un'aspettativa che ricambi qualcosa che facciamo per lei in un modo specifico che non le comunichiamo mai espressamente. Imparare a identificare i vostri e a stracciarli è uno dei più importanti investimenti che potete fare per migliorare la vostra vita relazionale.
Nessuno è esente dal caderci occasionalmente, ma i più grandi professionisti nel farlo in continuazione sono i cosiddetti nice guys, di cui ho parlato in diversi post nella mia pagina Facebook e in una diretta sul canale dei miei due amici, Alessandro e Massimo della scuola ACS. Che siano celibi involontari o sposati con tanto di prole, i nice guys si distinguono per la caratteristica di prodigarsi a livelli incredibili nei confronti degli altri, ma mai per nulla. In ambito relazionale, sono i single che fanno da tampone emotivo alla migliore amica nell'attesa che questa li scelga al posto dei soliti stronzi; sono i fidanzati e i mariti servizievoli che lavano i piatti e fanno regali sperando che alla fidanzata o moglie venga voglia di scopare; sono i padri convinti che i sacrifici che fanno per i figli li legittimino a non avere alcun sex appeal e pretendere che la loro madre continui comunque a desiderarli.
Se vi rivedete in uno di questi pattern, è probabile siate dei nice guys anche voi. È altresì probabile neghiate ogni secondo fine quando fate qualcosa per una donna, come ogni goccia di rancore che si accumula quando questa non ricambia dandovi ciò che vorreste.
Purtroppo o per fortuna, le donne sono abituate ad avere a che fare con uomini come voi da quando son ragazzine. Uomini che le portano a cena e si incazzano quando non si concedono in cambio della serata; uomini che le portano in casa e si incazzano quando non continuano a concedersi in cambio dello stile di vita. Uomini che cercano di replicare lo stesso modello che da bambini usavano per rendere felice la propria mamma, sperando che questa in cambio si prendesse cura dei loro bisogni, anziché crescere e cercare di provvedervi da sé, o manifestarli in modo diretto accettando il rischio di un rifiuto.
Il motivo per cui i contratti nascosti risultano così repulsivi è sostanzialmente questo: rimandano a un uomo che si vergogna dei desideri che lo rendono uomo e non ha la minima idea di come arrivare a soddisfarli. Le donne dunque li stracciano senza pietà, seppur non sempre in modo conscio e deliberato. In genere, lo fanno allontanandosi d'istinto per la vaga sensazione di disagio che percepiscono, sentendosi sotto ricatto. Che anche la protagonista della mia storia si sia sentita così dopo il mio ultimo messaggio? Molto probabile. La scienza le sarà grata per il suo sacrificio.
Il modo per capire se in testa vi state mettendo un contratto nascosto o meno è analizzare come approcciate l'idea di donare qualcosa. Quando spendete soldi per una cena con una ragazza, quando le fate un regalo o un gesto carino, quando sacrificate un'ora del vostro tempo per stare a sentire i suoi problemi, chiedetevi: lo fareste lo stesso se foste sicuri che non “servirà” a nulla? Che lo accetterà, ma non le verrà in alcun modo di ricambiare? Ecco, quello è il limite personale a cui dovete spingervi e non oltre.
Se una situazione non vi appaga GIÀ così com'è, non siete nella posizione di offrire qualcosa. Per questo dico sempre – in modo un po' ironico, ma neanche tanto – che un invito a cena al ristorante è un premio per una donna che si è comportata come volete, non un pegno nella speranza che lo faccia. Il concetto vale tanto quando siete single quanto, a maggior ragione, quando avete una relazione e l'entità di ciò che offrite aumenta di conseguenza, almeno si spera. Per intenderci: due euro di colazione posso anche lanciarli a una sconosciuta che sento da qualche giorno, per quel che mi riguarda, e rilanciarli al suo collega gay se lei non apprezza; una vacanza alla mia ragazza la regalo perché per tutto l'anno mi ha trattato bene, non di certo con l'idea di futuro auspicio o di farmi perdonare casomai fosse arrabbiata con me3.
Quello di elargire risorse alle donne che ci attraggono è un naturale impulso di noi uomini; un impulso socialmente rinforzato in ogni comunità del mondo, checché ne dicano le vittimiste di un immaginario patriarcato senza rendersi conto di come, anche laddove siamo noi a detenere figurativamente il maggior potere economico, sono loro a spendere la maggior parte dei soldi. Il che non è necessariamente un male, purché le spese vadano a beneficio di ambo le parti. Ragion per cui non ritengo necessario sopprimere questo nostro impulso, anche se certo nulla lo vieta, ma piuttosto che basti tararlo correttamente sulla base del valore di ciò che riceviamo anziché di ciò che vorremmo ricevere.
Sì, è vero che prendere l'iniziativa di mettere “di più” sul tavolo è necessario per l'inizio di un rapporto di reciproco altruismo. Ma faccio notare che qui si tratta di uomini per cui le donne fanno unicamente lo sforzo di esistere, che mettono favori e gentilezze su un tavolo vuoto, sperando di ricevere in cambio intimità e attrazione. E aggiungo: sareste meglio predisposti, nel ricevere qualcosa, nei confronti di qualcuno che ve la sta dando da una posizione superiore alla vostra o inferiore alla vostra? Quale dei due vi sembrerà altruista e quale invece vi sembrerà stia tentando di estorcervi reciprocità pizzicando il vostro senso di colpa4?
Una cosa di cui non si rende conto chi cerca di “comprare” una donna coi propri gesti, dal più palese pollo che elargisce mance alla sua prostituta virtuale preferita su OnlyFans al più sofisticato marito che si schiavizza sperando che la moglie torni a concedersi, è che così facendo la mette nella posizione di arbitro del proprio valore. Questo è l'ultimo, insidioso aspetto dei contratti nascosti: la ricerca di approvazione. Come appunto un bambino con la propria mamma, un uomo cresciuto come una donna difettosa5 e privo di un vero punto d'origine mentale aspetta che una figura di riferimento gli dia il premio per essere stato bravo.
Ciò forza la donna con cui si relaziona, o vorrebbe relazionarsi, in una posizione di autorità dalla quale non potrà mai ritenerlo attraente. Non potrà mai vederlo nel ruolo di un amante in grado di dominare, né di un padre in grado di essere responsabile per i propri figli, e il suo disprezzo non farà che aumentare nel corso della relazione, man mano che continua a testarlo e lui, colto in fallo, continua a mentire sui propri intenti, a nascondersi e a giustificarsi.
Così è come nascono le coppie composte da uomini completamente emasculati e donne che si comportano, a tutti gli effetti, tanto di merda quanto questi permettono, anzi, chiedono loro di fare.
Quando usavo Tinder in modo massiccio, come contromisura a certe situazioni ero solito organizzarmi due uscite alla stessa ora con due ragazze diverse, in posti vicini, ogni volta che ce n'era la possibilità. Tale è la frequenza con cui le ragazze spariscono all'ultimo momento che non mi è MAI successo, in diversi anni, che entrambe si presentassero e dovessi sparire io.
Covert contracts, come definiti dal dottor Robert A. Glover nel libro “No More Mr. Nice Guy”, che cito in continuazione.
Magari perché ho lanciato i due euro di colazione alla sconosciuta. Ma sono certo lo avrebbe fatto anche lei se ne avesse viste le tette le opere d'arte esposte.
Se faticate a rispondere, vi invito a farvi un giro nella piazza di qualsiasi centro città e ad accettare un braccialetto colorato da uno dei tanti altruisti signori che non vedono l'ora di regalarvelo.
Puntare sui contratti nascosti perché non si ha il coraggio di manifestare apertamente ciò che si vuole è il comportamento femminile di default. Perché non funziona altrettanto bene per noi? Per lo stesso motivo per cui forzare un barattolo chiuso con forza non funziona altrettanto bene per loro. Come una donna che cerca di fare l'uomo sarà sempre un uomo difettoso, un uomo che cerca di fare la donna sarà sempre una donna difettosa. Amen, Awomen!
ciao, è ancora attivo ask2dipicche? avrei bisogno di esporre un mio problema. come al solito quando si parla di figa sei un drago
Io però mi soffermerei su quello che hai scritto:
Oggi siamo arrivati al punto che portare un caffè e un dolcetto può essere visto addirittura come fare un azione da "caso umano" per la bellona di turno.
Quando è veramente un bel gesto a parer mio indipendentemente se un ragazzo/a può piacere o meno....è veramente agghiacciante questa cosa. Fa riflettere....
Questo indipendentemente dal significato dell'articolo.