I tre messaggi che seguono mi sono stati scritti rispettivamente da un'amica, da un'altra amica e da una ragazza a cui, all'epoca dell'originale stesura di questo articolo, ormai risalente a qualche anno fa, avevo chiesto di uscire un paio di volte.
“Ho conosciuto un ragazzo in università l'altro giorno. Mi ha offerto un caffè al bar del campus e abbiamo fatto quattro chiacchiere. Avevo già capito le sue intenzioni e gli ho chiaramente detto di non essere interessata a conoscere gente. Mi ha comunque chiesto il numero, glie l'ho dato per educazione. Mi ha cercato la sera stessa chiedendomi se mi andasse di rivederlo per una birra e gli ho risposto “Sì dai, perché no? Per le prossime due settimane sarò molto impegnata tra esami e lavoro, magari ci risente più in là”. Ovviamente non l'ho più cercato. Mi ha cercata lui, non ho assolutamente menzionato il rivederci nuovamente, ho tagliato corto e gli ho detto “buona serata”. Si capisce che non sono interessata, o no?”
“Quel tipo con cui sono andata a letto una volta mi continua a stare addosso, mi ha chiesto di venire a cena l'altra sera e gli ho risposto che la cosa mi metteva a disagio perché sapevo che poi sarebbe finito a dormire a casa mia e non mi andava. Mi ha chiesto se avessi tirato su qualche altro ragazzo con la rete da pesca e l'ho sfanculato dicendogli che non erano fatti suoi, e che comunque no, dovevo fare delle lavatrici. Ora mi ha scritto di nuovo. Ma insomma, non si capisce che una non è interessata se preferisce fare delle lavatrici piuttosto che uscire con te?”
“No, figurati. È che sto impazzendo col lavoro questa settimana. Stai tranquillo, sono una persona estremamente diretta. Se non mi andasse di uscire con te, te lo direi chiaro e tondo.”
Partiamo pure da quest'ultima.
Me lo ha detto chiaro e tondo di non voler uscire con me quando glie l'ho chiesto la terza volta, la settimana dopo? Naturalmente no, ha solo smesso di rispondermi. Cosa che ho comunque apprezzato più della reiterazione della scusa di essere troppo impegnata col lavoro.
Eppure, vedete, non dubito che se un'amica le avesse chiesto “ma ti interessa questo ragazzo?” quando mi aveva appena dato il numero, la sua risposta sarebbe stata “boh, credo di sì” e almeno in parte avesse preso atto che il proprio interesse non fosse poi così tanto solo dopo avermi rimbalzato. In casi come questo, mandare messaggi contrastanti senza rendersene conto può essere sotteso al fatto che sentire qualcosa non necessariamente significa razionalizzarla nel modo giusto. Sì, sarebbe anche stata diretta con me, forse, se avesse avuto le idee chiare. Ma si sono palesate esternamente prima che si palesassero a lei stessa, e a quel punto ha preferito ghostarmi per evitare di affrontare un'eventuale accusa di incoerenza da parte mia.
Cosa che mi sarei risparmiato. Era il 2019, uscivo con abbastanza donne da confonderle e avevo di meglio che sprecare il mio tempo a fare a quelle che mi rifiutavano prediche che comunque non avrebbero recepito. Ma non mi conosceva, posso capire la diffidenza.
Veniamo alle mie amiche. Il loro caso è più assimilabile al classico “Houston, abbiamo un problema”, “quale?”, “dovresti capirlo da solo”. Secondo la logica femminile, qui manifesta all'ennesima potenza, è cristallino che quando una dice “sono impegnata in questi giorni, magari facciamo più avanti”, per “più avanti” intenda “dopo le rispettive reincarnazioni”. Ergo, se il destinatario del messaggio non ci arriva, dev'essere un ritardato.
Parte del problema di incomprensione nasce dal fatto che uomini e donne comunicano in modo fondamentalmente diverso. In linea di massima, noi uomini siamo più diretti, tendiamo a separare le informazioni fattuali dal loro carico emotivo e spicchiamo nel cogliere il senso generale di un discorso, nel quale diamo priorità ai contenuti. Le donne, viceversa, sono più indirette, tendono a legare assieme le informazioni fattuali e il loro carico emotivo e spiccano nel cogliere i dettagli di un discorso, nel quale danno priorità al contesto.
A questo, che spesso già basta a mettere noi nella parte di quelli piatti e duri di comprendonio e loro di quelle irrazionali e ambivalenti, si aggiungono due caratteristiche, una per ciascuno, di cui bene o male siamo entrambi consapevoli, ma che comunque commettiamo sempre l'errore di sottovalutare reciprocamente: l'avversione femminile all'attrito sociale e la tendenza maschile a sovrastimare i segnali di interesse.
Per darvi un'idea della magnitudo della prima, lasciate che vi racconti altre due storielle risalenti allo stesso periodo.
Una ragazza conosciuta in stazione ha voluto darmi il contatto Instagram anziché il numero di telefono, perché a suo dire “non mi conosceva ancora abbastanza”. Pur consapevole che fosse già un mezzo rifiuto, le ho comunque mandato un messaggio a tempo perso. Nessuna risposta, come mi aspettavo. Convinto sarebbe finita lì, l'ho invece rincrociata la settimana dopo alla stessa ora. Ci siamo salutati e rimessi a chiacchierare, le ho anche detto serenamente di aver recepito il rifiuto e che non fosse un problema. Avremmo potuto restare cordiali quando fosse capitato di incontrarci, senza imbarazzo. Ma no, ha cercato di convincermi di non essersi collegata ai social per una settimana intera piuttosto che ammettere di avermi ignorato. Mi ha salutato dicendo che mi avrebbe risposto finita la sessione di esami. Non è mai successo. Ha smesso di prendere il treno a quell'ora.
Un'altra ragazza di cui avevo già il numero, perché da circa un anno ci allenavamo con lo stesso gruppo, alla mia proposta di uscire per i fatti nostri ha detto “va bene, scrivimi così ci mettiamo d'accordo”. Le ho scritto, non ha risposto. Le ho riscritto qualche giorno dopo e ancora non ha risposto. A quel punto è diventato un gioco di provocazione e le ho scritto una terza volta, solo per rendermi molesto. Ci conoscevamo un minimo, mi pareva assurdo che non trovasse il coraggio di dirmi semplicemente “scusami Andre, ho cambiato idea” o “scusami Andre, in realtà non mi andava” per messaggio, quando ci saremmo per forza di cose rivisti in palestra e lì non avrebbe potuto sottrarsi alla situazione. Non è mai successo. Ha smesso di allenarsi con lo stesso gruppo e cambiato palestra.
Casi estremi? No, vi assicuro, solo poco più eclatanti dell'ordinaria amministrazione. Parlerò di caso estremo il giorno in cui riuscirò a far cambiare residenza a una donna dicendole “ti vengo a prendere”.
Dovete estraniarvi un po' da voi stessi, ragazzi, e capire che l'ansia che provate la notte prima di un processo giudiziario è niente rispetto a quella che una donna prova all'idea che si parli male di lei dopo una figura di merda. La stessa ansia la condiziona ogniqualvolta si trova ad affrontare in modo diretto qualcuno con cui non è certa di spuntarla.
Prendete l'uomo più remissivo che conoscete. Quello che quando va al salumificio e chiede un etto di crudo, il salumiere gli risponde “ma che, così poco?” e glie ne taglia tre etti, piuttosto che dirgli qualcosa paga e sta zitto, magari gli dà pure ragione. Ecco, la donna media è lui, all'ennesima potenza. E come lui, non è motivata da propositi altruisti quando evita di contrariarvi apertamente, è motivata dalla paura della vostra reazione. Non lo fa per non ferirvi, lo fa perché non la feriate di conseguenza.
Direi che il miglior modo per gestirla, al netto di tutto questo, sarebbe che noi uomini imparassimo a leggere fra le righe, ma conveniamo tutti e tutte sul fatto che se ne avessimo la capacità il problema non si porrebbe, quindi cercherò di formulare il consiglio diversamente.
Smettete, ragazzi, di dare importanza letterale a ciò che una donna dice e cominciate a valutarlo nel contesto delle sue azioni.
Quando la vedete fare il bello e il cattivo tempo, tergiversare senza arrivare mai al dunque, il suo atteggiamento È il messaggio, non le sue giustificazioni. Ha uomini più interessanti in ballo, vi ha dato il numero per sbolognarvi o vi trovava carini dopo il Cosmopolitan e ora non più… non ha importanza. Risponde ai messaggi dopo due giorni? Cancella le uscite? La scarsa priorità che vi attribuisce È il messaggio, non il racconto che vi fa di tutti i suoi improrogabili impegni. Non vuole baciarvi dopo il primo appuntamento? Il rifiuto È il messaggio, non la spiegazione con cui cerca di convincervi che detesta il contatto fisico così presto.
Abituatevi al concetto che il messaggio sta nel comportamento e scoprirete che un sacco di quelli che chiamate “segnali misti” sono in realtà segnali chiarissimi, in una situazione a cui vi state attaccando a tutti i costi, nella disperata speranza di tirarne fuori qualcosa. In genere, perché non avete altre donne con cui provarci.
Veniamo appunto alla seconda caratteristica sottovalutata di quelle menzionate sopra: la tendenza maschile a sovrastimare i segnali di interesse. Per illustrare come questa entri in una sinergia tremenda col vizio femminile di “far intendere” le cose anziché dirle francamente, cascano a pennello i messaggi delle mie amiche.
“Mi ha offerto un caffè al bar del campus e abbiamo fatto quattro chiacchiere. Avevo già capito le sue intenzioni e gli ho chiaramente detto di non essere interessata a conoscere gente.”
Primo errore, ragazze: nel momento in cui uno sconosciuto vi propone un caffè facendo capire le proprie intenzioni e voi accettate, gli state inequivocabilmente comunicando che le sue intenzioni son ricambiate. O che volete approfittarne.
Parole come “non sono interessata a conoscere gente” hanno lo stesso valore delle quotazioni della Lehman Brothers dopo il Settembre 2008: nullo. Non vi interessa conoscere gente finché non trovate quello che stimola il vostro interesse; non siete pronte per una relazione finché non trovate quello con cui volete una relazione; non cercate un'avventura e su Tinder scrivete “qui solo per amicizie” finché non trovate quello che vi ispira sesso. Se avessi lasciato perdere tutte quelle che si sono poste così all'inizio, avrei lasciato perdere almeno metà delle donne con cui poi sono andato a letto. Chiunque abbia un minimo di esperienza ha imparato a non darvi retta quando dite certe cose, specialmente se dopo…
“Mi ha comunque chiesto il numero, glie l'ho dato per educazione.”
…specialmente se dopo fate una cosa del genere. Lui non percepisce il “per educazione”. Lui percepisce che gli avete dato il numero, punto. Il motivo per cui glie lo avete dato è solo nella vostra testa. Nella sua, caffè e numero di telefono sono già due piccoli successi consecutivi dopo un'obiezione iniziale che adesso a maggior ragione considererà di facciata. Ha tutte le legittime ragioni per pensare di avere qualche chance.
“Mi ha cercato la sera stessa chiedendomi se mi andasse di rivederlo per una birra e gli ho risposto “Sì dai, perché no? Per le prossime due settimane sarò molto impegnata tra esami e lavoro, magari ci risente più in là”.”
Qui ammetto di aver chiesto alla mia amica se ci facesse o ci fosse. La parte finale comincia ad avere una nota di distacco che un uomo estremamente percettivo noterebbe, ma dopo tre segnali di rinforzo positivo – l'ho invitata a bere un caffè e ha accettato, le ho chiesto il numero e me lo ha dato, le ho scritto e mi ha risposto – la parte di messaggio che risalta è il “sì dai, perché no?”.
Qual è il senso di dire “sì dai, perché no?” a uno con cui avete già deciso di non uscire, a parte l'ipocrita desiderio di continuare a risultare carine e desiderabili mentre lo rifiutate? Se proprio volete essere morbide, dite “vedremo”, almeno! Con “sì dai, perché no?”, ve la cercate che uno insista.
Sì, l'ho detto.
“Ovviamente non l'ho più cercato. Mi ha cercata lui, non ho assolutamente menzionato il rivederci nuovamente, ho tagliato corto e gli ho detto “buona serata”. Si capisce che non sono interessata, o no?”
Questo è il punto in cui un uomo con un minimo di acume dovrebbe cominciare a leggere fra le righe e lasciar perdere. Fosse successo a me, però, avrei pensato ad un interesse inizialmente ricambiato e poi andato perso strada facendo, piuttosto che all'indifferenza covata fin da subito. Qualcuno un po' più sfigato e rancoroso si sarebbe potuto sentire legittimato ad accusarla di averlo illuso, problema che lei avrebbe potuto evitare dicendo semplicemente di no alla richiesta del numero di telefono. O, ancora prima, al caffè.
Avanti la prossima!
“Quel tipo con cui sono andata a letto una volta mi continua a stare addosso, mi ha chiesto di venire a cena l'altra sera e gli ho risposto che la cosa mi metteva a disagio perché sapevo che poi sarebbe finito a dormire a casa mia e non mi andava.”
Questa situazione è particolarmente rognosa, perché lei gli ha dato già il più grosso rinforzo positivo che si possa dare a un uomo: ci è andata a letto. Pensare ora di poterlo sbolognare allo stesso modo in cui sbolognerebbe uno con cui è uscita senza che accadesse nulla è… molto ingenuo, per dirla in modo gentile.
Il principale errore da parte sua è quello di fornirgli troppe specificazioni pensando che servano a rafforzare il proprio argomento, quando fanno l'esatto contrario. Ciò che lui recepisce qui non è “non voglio rivederti”, ma “non voglio che ti fermi a dormire a casa mia”.
“Mi ha chiesto se avessi tirato su qualche altro ragazzo con la rete da pesca e l'ho sfanculato dicendogli che non erano fatti suoi, e che comunque no, dovevo fare delle lavatrici. Ora mi ha scritto di nuovo. Ma insomma, non si capisce che una non è interessata se preferisce fare delle lavatrici piuttosto che uscire con te?”
Con questa uscita completamente fuori luogo, lui le ha offerto l'opportunità perfetta per non rispondere più. Ma lei non solo non ha resistito all'impulso di difendere la propria posizione, facendo il suo gioco, gli ha pure fornito ulteriori dettagli deboli e insulsi come motivo – fittizio – del proprio rifiuto.
Avrebbe potuto lasciargli credere di aver incontrato qualcun altro, ma no. Anche se “non erano fatti suoi” ha dovuto comunque rettificarlo a tutti i costi, perché la reputazione viene anzitutto! E così, pensando di fargli intendere “preferisce fare le lavatrici piuttosto che vedermi”, gli ha invece comunicato “non può vedermi perché deve fare le lavatrici”. E ovviamente lui ci ha riprovato dopo qualche giorno.
Lui è socialmente ritardato, ma anche lei. Posso dirlo perché sa che le voglio bene.
Ragazze, non sono solito rivolgervi consigli, e in particolare consigli relativi al cambiamento. In primo luogo, perché l'esperienza mi ha insegnato che cambiare è una cosa che non volete fare. La maggior parte di voi, anche ammettendo i propri difetti, si ritiene un lavoro fatto e finito, e se il mondo non la accudisce così com'è piuttosto ritiene in maggior difetto il mondo. Un vizio percettivo che ultimamente stanno prendendo anche gli uomini: basta vedere in quanti si lamentano della propria condizione di solitudine senza fare nulla per rendersi più attraenti.
In secondo luogo, perché riconosco non esserci alcun motivo che ascoltiate me: un uomo, appunto, che chiaramente ha come primo interesse quello degli altri dal suo stesso lato della barricata. Ci proverò lo stesso, perché se qualcuna di voi nonostante tutto è arrivata fin qui, incassando tutte le cose poco lusinghiere che ho detto, non voglio rimanga senza niente in mano.
Lasciate andare l'aspettativa di rifiutare un uomo senza passare per stronze. Perché è un rischio che non potete evitare di correre.
Siate dirette quando date picche, perché più tentate di addolcire la pillola e più vi predisponete a portarvi dietro una marea di problemi per non aver avuto il coraggio di affrontare un brevissimo momento di disagio sociale. Vi accollate una potenziale infezione per non sentire il bruciore del disinfettante.
Siate ferme, perché ogni minimo cedimento, non importa se per cortesia o asfissia, verrà interpretato come segnale positivo. Imparate a smettere coi “se ti va, al massimo possiamo vederci come amici”, perché in tanti si illuderanno di potervi un giorno far innamorare passando dall'entrata laterale. Imparate a dire “no, non mi va di vederti, non mi interessi” e basta, perché ogni scusa che userete sarà un elemento a cui un uomo particolarmente affamato potrà attaccarsi per continuare a coltivare speranze.
“Ha detto che è impegnata, quindi non è che non vuole vedermi”. Siamo fatti così. Ci sono delle precise ed incontestabili ragioni evolutive per cui siamo fatti così, che non starò ad elaborare adesso. Moriremmo quasi tutti soli, vergini e con l'autostima sotto le scarpe se non ci provassimo continuamente con voi, sovrastimando il più delle volte il vostro interesse. Soprattutto moriremmo odiandovi, se questo eccesso di sicurezza non ci permettesse almeno ogni tanto di cogliere occasioni che altrimenti riterremmo inarrivabili. Quindi fate il possibile per accettare questa nostra caratteristica, come noi accettiamo tante delle vostre che non ci piacciono, e imparate a gestirvi di conseguenza.
Perché credetemi, non lo volete neanche voi un mondo in cui diventi fuori legge che un uomo faccia più di un tentativo per provarci.
Ottimo articolo, come sempre. Cmq dalla lettura di https://www.lafionda.com/dallaltro-lato-della-friendzone-ce-solo-lincapacita-di-accettare-la-realta/ mi ero fatto l'idea che non avessi amiche donne con cui "parlare di relazioni". A quanto pare mi sbagliavo... Come gestisci queste amicizie? Sarei curioso! Complimenti ancora.
Posso dire una cosa che forse c'entra poco?
le donne si lamentano che gli uomini non sono sinceri e che mentono su carriera, soldi, successi, però tutte le donne si truccano mascherando la loro vera bellezza.