A credersi forti sono sempre le cinture bianche
I problemi di coppia, affrontati nell'interesse dell'uomo – Caso studio n.4
“Ho litigato per l'ennesima volta con la mia ragazza dopo essere usciti coi suoi amici. Dice che le faccio fare figuracce ogni volta che apro bocca ed è stufa del mio vizio di sentenziare su ogni cosa.
Il punto è che proprio non ce la faccio a star zitto quando sento la gente dire una valanga di stupidaggini autoreferenziali, manipolatorie e narcisistiche come fanno i suoi amici… e il 90% delle persone che incontro.
Forse sono diventato troppo bravo a leggere le persone e questo è uno degli effetti collaterali. Una cosa che però ancora non capisco è perché mai ciò che io dico dovrebbe essere una figuraccia per lei.”
Adoro questo messaggio: esemplifica perfettamente la presunzione che pervade molti uomini quando cominciano a muovere i primi passi verso una maggior consapevolezza delle dinamiche sociali. Lo esaminerò a partire dal fondo, perché il dubbio che esprime è in realtà molto semplice da chiarire.
La persona che ci portiamo accanto è un'estensione di noi stessi. Le donne tendono a esserne consce molto più degli uomini, ed è il motivo per cui, quando il fidanzato fa la figura del cretino, prendono la cosa con estrema serietà: sanno che si riflette su di loro, in quanto quel cretino lo hanno scelto.
Ciò non è un gran mistero per chiunque sia un minimo socialmente aggiustato e non dovrebbe esserlo nemmeno per il ragazzo che ha scritto il messaggio, se davvero fosse bravo come dice a leggere le persone; persone che in larga parte disprezza e rispetto alle quali si sente intellettualmente e moralmente superiore, come lascia intendere dai toni che utilizza.
Ecco, se vi rivedete in lui e nelle percezioni che descrive, permettetevi di rompere la vostra bolla, ragazzi: questo senso di non appartenenza che provate, da cui il bisogno impellente di fare uscite sgradevoli… non è perché siete dei geni incompresi, dei ribelli al di sopra delle norme comuni, dei Maschi Sigma, o qualsiasi altro titolo usiate per darvi un tono.
È perché siete dei ritardati.
La vostra arguzia sociale non è ancora abbastanza sviluppata per capire come gestirvi col prossimo, né perché dovreste imparare a farlo. L'incapacità di affrontare con disinvoltura le più basilari interazioni umane è il principale fattore limitante i vostri rapporti con le donne e questa facciata da antieroi che allontanano tutti perché parlano senza peli sulla lingua è una strategia di coping.
Credetemi, non lo dico con alcun intento di scherno. Lo dico perché ci sono passato anch'io, e nella maniera più acuta proprio quando ho cominciato a studiare per migliorare il mio carisma e imparare a sedurre le donne.
Dai manuali sulle microespressioni a quelli di ipnosi, dal Mystery Method ai primi libri di psicologia evoluzionistica… leggevo di tutto. E poco importava che non sapessi minimamente distinguere le nozioni utili dalle cazzate, o che a malapena avessi perso la verginità a ventun anni facendo mille sforzi in buona parte evitabili: credevo di essere un genio, di aver crackato i codici segreti per capire la natura umana, e si vedeva in ogni mio atteggiamento.
Ora i forum e i blog di seduzione pieni di aspiranti pick-up artists sono stati in larga parte rimpiazzati da gruppi di incel e di redpillati. “Shit-tests” e “neg-hits” hanno lasciato il posto a “ipergamia” e “teoria LMS”. Sono cambiati i tempi e il gergo, ma il modo di porsi degli uomini che cominciano ad affacciarsi a questo mondo è rimasto lo stesso: indossano la divisa, allacciano la cintura bianca e cominciano a pontificare su quanto il proprio stile di kung-fu sia superiore a tutti gli altri.
Con una differenza: gli aspiranti pick-up artists, perlomeno, il proprio kung-fu andavano a provarlo in strada. E quando facevano la figura dei pagliacci – cosa che, a onor del vero, succedeva spesso – si mettevano in discussione e cambiavano tattica. Negli anni, ciò gli ha permesso di dissociarsi in buona parte da scemenze come la programmazione neurolinguistica1 e sviluppare metodi più funzionali, o ad ammettere sconfitta e mollare il colpo.
Viceversa, chi oggi frequenta gruppi come Gigapill o Il Forum Degli Incel non cerca mai seriamente di falsificare la propria visione del mondo. In parte perché per farlo dovrebbe uscire di casa e affrontare lo sforzo di lavorare su di sé, in parte perché la percezione di avere ragione e il senso di appartenenza tribale che sviluppa con questi gruppi, tendenzialmente, gli interessano di più che migliorare la propria vita.
Vedete, pur con tutti i loro difetti, i frequentatori dei vecchi forum e dei blog di seduzione quantomeno avevano chiaro il loro obiettivo, che non era sentirsi dei gran scopatori, ma scopare. E un obiettivo concreto come questo non permette di credersi dei fenomeni troppo a lungo quando i risultati non arrivano: presto o tardi, il confronto la realtà rimette anche i più presuntuosi coi piedi per terra.
Me compreso. Per questo, cari amici che leggete il Redpillatore, che parlate di “chad”, di “cuck” e di “ipergamate”… lasciate che vi faccia un discorso da fratello maggiore che ci è passato prima di voi: se nonostante la vostra immensa conoscenza natura femminile le donne non vi degnano di considerazione, può essere che davvero siano delle “non persone” – come molti di voi amano definirle – e che non riescano a guardare oltre la statura, la mascella o il portafoglio di un uomo. E se i vostri cari si preoccupano che vi stiate radicalizzando, può essere che siano dei “bluepillati” – noi ai tempi li chiamavamo AFCs: “average frustrated chumps” – vittime della mentalità del granchio, che cercano di riportarvi giù assieme a loro. Può essere tutto questo.
Ma può anche essere che siate degli insopportabili rompicoglioni.
Per fortuna la situazione è recuperabile, bisogna solo avere un po' di umiltà. Ancora, se come me siete stati mezzi autistici poco svegli per buona parte dei vostri anni formativi, questa capacità di “leggere” le persone a partire dal contesto e dal linguaggio non verbale che avete acquisito si chiama essere neurotipici socialmente adattati. Non è un superpotere: chi non è cresciuto recluso in casa lo fa in modo naturale e fluido, senza bisogno di razionalizzarlo continuamente.
Non vi fosse bastata l'analogia della cintura bianca, ve ne farò un'altra. Un uomo che si sveglia tardi in questo frangente è un po' come un obeso che a quarant'anni decide di mettersi in forma: impara a mangiare come si deve, comincia a fare attività fisica, riesce a perdere una buona parte dei chili di troppo e, col tipico mix di entusiasmo e presunzione di chi ha appena superato o è nel corso di superare un grosso handicap personale, ora vorrebbe spiegare a tutti i segreti di una vita sana. Ciò che ancora non coglie, mentre conta le calorie bruciate camminando sul tapis roulant e pesa gli alimenti col bilancino, è che sarà realmente arrivato al traguardo quando i suoi amici potranno tornare a chiamarlo per mangiarsi una pizza assieme senza preoccuparsi di sentire menate come “facciamo sabato, che è il mio cheat day”.
Fidatevi di uno che le calorie le conta e non ha bisogno di parlarne affinché la gente se ne accorga: sacrificare la sanità mentale e la socialità per la forma fisica, o viceversa, non è complicato. Gestire il tutto in modo fluido, quello è da maestri.
E tornando finalmente al ragazzo del messaggio, il suo vizio di sentenziare su ogni cosa quando si trova in situazioni sociali che non gli piacciono tradisce come, nonostante si creda “troppo bravo a leggere le persone”, in realtà stia ancora incespicando nel suo percorso. Come sia ancora, appunto, una cintura bianca. Quel “non ce la faccio a star zitto” è un'ammissione che il suo prontuario di risposte per quando sente qualcuno dire qualcosa di stupido o esagerato si ferma a pagina 1: farlo notare a tutti in tono accusatorio, confermando il suo ruolo di guastafeste e mettendo la sua ragazza nella posizione di dover giustificare perché se lo porta dietro.
Non gli passano per la testa gli altri mille modi in cui potrebbe rispondere per “far capire che ha capito”, come ad esempio annuire lanciando una fugace occhiata d'intesa a qualcuno dei presenti, incoraggiare il soggetto che parla ad andare avanti finché non diventa palese che la sta sparando grossa, rilanciare sparandone una ancora più grossa o, semplicemente, lasciarlo perdere perché non ne vale la pena, com'è nella stragrande maggioranza dei casi.
La tendenza a trattare ogni interazione sociale come un affronto a cui rispondere e la voglia di far vedere a tutti che si conoscono le regole del gioco, puntualizzando saccentemente ogni cosa anziché giocare, sono tipiche di chi non ha ancora rimosso del tutto il proprio guscio da disagiato. Dovrebbe essere una fase transitoria di quello che nella Red Pill viene definito come processo di “unplugging”, ma molti redpillati ci finiscono incastrati indefinitamente. Non è difficile notare come il sentimento che più caratterizza le loro uscite sulle donne sia la rabbia. E poiché queste hanno una paura istintiva della rabbia maschile, spingono affinché la società la reprima, che sia cercando di delegittimarla, facendoli vergognare per il fatto di provarla o chiudendo e censurando gli spazi in cui può essere espressa… col risultato di incrementarla ancora di più.
Non ho intenzione di fare lo stesso, perché la vostra rabbia la capisco, ragazzi. Ma al contempo, essendoci passato a mia volta, vi voglio dire che crogiolarvici all'infinito non vi porterà da nessuna parte. Ha una sua utilità nel predisporvi ad assimilare nuovi modelli mentali: sfruttatela a tal fine per il tempo strettamente necessario a costruirvi un piano d'azione e poi passate oltre. Realizzate che in ultima istanza è rabbia che arriva dalla presunzione che vi sia dovuto qualcosa. Qualcosa che porti i conti in pari con tutte queste persone banali, grottesche e privilegiate che vi circondano e che possono permettersi di sparare così tante stronzate restando impunite.
Chi si credono di essere, vero? Le metterete voi a posto!
No, non funziona così. E logicamente lo capite benissimo, anche se emotivamente faticate ad accettarlo. Quindi, per la vostra sanità mentale e la vostra realizzazione nel lungo termine, lasciate perdere questa fantasia di vendetta; smettete di pensare che vi spetti un riscatto per ciò che avete passato, perché non vi spetta niente. Sì, avete capito che le cose non funzionano come vi hanno sempre fatto credere e ora vi sentite presi in giro. La rabbia che provate è legittima, lo ripeto, ma non cambierà le cose. Non vi spetta comunque niente.
Tanto vale ve la facciate passare. Quest'attitudine alla “io dico quello che penso sempre e comunque, e se a qualcuno offende la verità sono fatti suoi” vi farà diventare blogger di discreto successo magari, ma darà ben pochi frutti nelle vostre relazioni interpersonali. Se davvero ritenete di avere delle conoscenze valide a riguardo, usatele per migliorarvi la vita anziché per rendervi sempre più socialmente repulsivi.
Credetemi, scoprirete di avere ancora tanto da imparare.
Dico in buona parte perché, ahimé, la più famosa scuola di seduzione che abbiamo in Italia ne fa ancora uno dei suoi punti forti. Ed è solo uno dei tanti modi in cui fa una pessima pubblicità a tutto il settore.
Grazie per l'articolo, anche io faccio fatica a lasciarmi alle spalle questa rabbia e convinzione di dover dire la mia perché convinto di aver ragione. Di fronte agli altri mi contrillo e resto zitto, ma quando ho dei cali di autostima o basso umore ri-inizia un inutile e stancante monologo interiore.
Non so bene come affrontare la cosa, immagino che troverò una via praticabile mentre avanzo nel mio percorso
Concettualmente è giusto ma non è che adesso bisogna evitare ogni tipo di polemica perché altrimenti si è dei "rompicoglioni", può anche essere che dall'altra parte qualcuno stia effettivamente dicendo delle fregnacce al quale è lecito controbattere. Certo, non bisogna mai diventare dei redditor in real life, ma nemmeno omologarsi.